Per comprendere il concetto di danno alla persona bisogna partire dall’idea di che cosa può provocare un danno. Possiamo definire dannoso tutto ciò che rappresenterebbe per l’individuo un trauma.

La misura dell’impatto varia da individuo ad individuo ed è collegata a variabili di personalità, al vissuto, al funzionamento psichico.

Di conseguenza appare opportuno valutare sia il peso dell’illecito sia inquadrare la persona della sua complessità valutando l’impatto traumatizzante relativamente agli effetti prodotti.

Potrebbero essere innumerevoli le circostanze che produrrebbero un danno alle persone risarcibile.

Che cosa si intende per danno psichico?

Il danno psichico si manifesta in una alterazione delle funzioni mentali primarie, l’affettività, i meccanismi di difesa, il tono dell’umore, le pulsioni.

Colpisce le sfere conoscitivo affettiva, intellettiva, le capacità di adattamento, di adeguamento e di relazione.

Si può configurare un danno psichico nei seguenti casi: danno da lutto, da mobbing, da stalking, danno da nascita indesiderata, alla sfera sessuale, da menomazione della capacità visiva, danno estetico, danno da colpa professionale, danno dei congiunti.

Quale è il ruolo dello psicologo?.

Compito dello psicologo è rilevare il trauma e quanto questo abbia compromesso la psiche.

Deve condurre con estrema serietà l’indagine perché da questa dipende l’attribuzione del danno ed il giusto risarcimento al soggetto che lo ha subito o viceversa da una indagine approfondita potrebbero emergere anche situazioni simulatorie.

In tal senso, spetterebbe allo psicologo far luce sul nesso di causalità centrale nella determinazione del danno.